25 aprile, l’ACSI celebra la Festa della Liberazione

Tradizionalmente nell’immaginario collettivo il 25 aprile del 1945 nasceva dalle macerie della guerra e preludeva a due traguardi fondamentali sul percorso della democrazia: il 2 giugno del 1946 (scelta referendaria per la Repubblica) ed il 1° gennaio del 1948 quando la Carta Costituzionale – firmata dal Capo dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947 – diventava ufficialmente il testo fondamentale delle istituzioni repubblicane.

A partire dall’unificazione nazionale la storia del nostro Paese è stata caratterizzata dalla mancanza di alternanza tra maggioranza ed opposizione nella guida del governo e dalla tendenza della maggioranza ad arroccarsi nella “turris eburnea”, impedendo qualsiasi avvicendamento, in una sorta di “conventio ad excludendum”. Pertanto si alimenta il presupposto che l’opposizione sia antistatale e portatrice di valori antitetici, diretti a sovvertire l’ordine istituzionale. Questa reciproca e nefasta delegittimazione – attuata dalle forze di governo e di opposizione – costituisce un “unicum” nella storia dell’Europa occidentale generando la cosiddetta democrazia bloccata o incompiuta. Conseguentemente il nostro Paese attraversa un’endemica transizione politica, economica, sociale e soprattutto identitaria nel senso etimologico dell’ethos.

Il 25 aprile 2025 “dovrebbe” celebrare un momento di alto profilo unificante per abbattere le barriere ideologiche e le conflittualità sociali. Purtroppo il nanismo ipofisario della partitocrazia ed il settarismo venefico dei media scavano trincee belligeranti nell’immaginario collettivo. Il processo di evoluzione democratica non si è ancora concluso. Il Paese è rimasto diviso e sospeso nel limbo della storia. Alla gran parte dei giovani manca la cultura civica della “res publica”, quel senso etico dello Stato che le istituzioni non riescono a trasmettere. Nella ricorrenza del 25 aprile l’ACSI rilancia il progetto unificante dei “padri costituenti”. La Carta Costituzionale deve entrare nelle scuole e nelle università affinchè diventi una bussola per orientare i futuri cittadini sul percorso dell’alfabetizzazione istituzionale.

“La Costituzione è un buon documento. Spetta a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta ed inchiostro sulla carta.” (Sandro Pertini Presidente della Repubblica 1978 – 1985).

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