Trapani, 21 marzo 2025 – Una folla composta da oltre 50mila persone ha attraversato le vie del centro storico di Trapani per partecipare alla XXX Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie, organizzata dall’associazione Libera fondata da don Luigi Ciotti. La manifestazione ha avuto il suo culmine in piazza Vittorio Emanuele, dove è stato allestito un palco per gli interventi istituzionali e la lettura dei nomi delle vittime.
Sono stati pronunciati 1101 nomi, a ricordare uomini, donne e bambini uccisi per mano mafiosa: un lungo elenco che attraversa l’intera storia dell’Italia unita, a partire dal primo nome, quello di Giuseppe Montalbano, assassinato nel 1861 per aver difeso i diritti dei contadini. Oggi quei nomi sono stati scanditi con solennità da più voci, simbolo di una memoria collettiva che continua a chiedere verità e giustizia.
Secondo i dati diffusi, 120 sono i bambini assassinati, vittime di violenze trasversali, errori tragici o atti deliberati. Tra loro, la piccola Caterina Nencioni, di soli 50 giorni, uccisa a Firenze nell’attentato di via dei Georgofili del 1993. Anche 145 sono le donne cadute per essersi opposte o per essere state colpite indirettamente da dinamiche criminali, molte delle quali estranee agli ambienti mafiosi ma coinvolte da legami familiari o scelte di vita coraggiose.
Alla giornata hanno preso parte oltre 500 familiari delle vittime, provenienti da tutta Italia. Sul palco anche figure simboliche della lotta alla mafia, come gli ex procuratori antimafia Pietro Grasso e Federico Cafiero De Raho. L’atmosfera è stata segnata da commozione, impegno civile e partecipazione attiva di migliaia di giovani.
Gli studenti in piazza sono stati tra i protagonisti della giornata, con slogan forti e chiari: “Ci dobbiamo ribellare!” è stato il messaggio lanciato dall’Unione degli Studenti, Link Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. “Oggi non siamo solo qui per ricordare, ma per denunciare che la mafia è ancora tra noi, più subdola ma non meno pericolosa”, ha affermato Martina Lembo Fazio, portavoce degli studenti.
Simone Cigliano della Rete della Conoscenza ha aggiunto: “Le mafie si sono trasformate, non sparano sempre, ma si infiltrano nel tessuto economico, sociale e politico. Non possiamo restare a guardare”.
Durante il suo intervento, don Luigi Ciotti ha ricordato che l’80% delle famiglie delle vittime non conosce ancora la verità, e ha lanciato un appello alla responsabilità collettiva: “Le verità passeggiano per le nostre strade, c’è chi ha visto e chi sa. Non si può parlare di giustizia finché queste verità restano taciute”.
Il fondatore di Libera ha inoltre sottolineato come la criminalità organizzata continui ad alimentarsi di disuguaglianze, corruzione, povertà e abuso di potere, affermando: “L’Italia è un Paese non del tutto libero, il processo di liberazione non è ancora concluso”.
Trapani, scelta quest’anno come città simbolo, ha rappresentato un terreno di memoria ma anche di speranza, con la Sicilia ancora una volta al centro della riflessione sul contrasto alla mafia.
L’evento si è concluso con la testimonianza di Luigi Dainelli, presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili: “La nostra presenza vuole ricordare i morti, ma anche sostenere chi lavora per la legalità e non si arrende finché non ci sarà piena verità”.