Nel 1960 il ruolo unificante – sulla scena di una profonda lacerazione fra le forze politiche – era svolto dallo sport che attraversava una stagione esaltante culminata con le Olimpiadi a Roma i cui alfieri (Livio Berruti, Nino Benvenuti, Raimondo D’Inzeo, Sante Gaiardoni e tanti altri) amalgamavano tutti gli italiani dal Brennero a Pantelleria.
L’ACSI esordiva il 6 aprile 1960 in questa straordinaria congiuntura astrale che evidenziava una forte domanda di sport emergente dalle grandi aree della sensibilità sociale.
Lo stesso giorno – 6 aprile – che nel 2013 sarà scelto dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace in memoria della data di inizio dei primi Giochi Olimpici dell’era moderna del 1896.
Una felice coincidenza.
Questo traguardo dei 65 anni costituisce un momento di riflessione e di verifica.
Il nostro movimento ritiene che l’unitarietà delle idee, il consorzio delle forze sul territorio, il peso contrattuale dei progetti e dei servizi costituiscano un fronte di eccellenza, un sensore avanzato che riesce ad ascoltare, interpretare, rappresentare le istanze della società complessa.
L’ACSI è sempre più multidimensionale, radicata nel territorio, aperta alle nuove tecnologie della comunicazione.
Promuove lo sport di base, inclusivo e sostenibile in sintonia con le politiche europee.
Dobbiamo consolidare i codici etici e comportamentali per attuare la coesione sociale fra le istituzioni e l’immaginario collettivo, per migliorare la qualità della vita, per consegnare le “utopie sostenibili” alle future generazioni del nostro Paese.
Il Presidente Nazionale
Antonino Viti