25 aprile: l’ACSI per la riconciliazione nazionale degli italiani

Tradizionalmente nell’immaginario collettivo il 25 aprile del 1945 nasceva dalle macerie della guerra e preludeva a due traguardi fondamentali sul percorso della democrazia: il 2 giugno del 1946 (scelta referendaria per la Repubblica) ed il 1° gennaio del 1948 quando la Carta Costituzionale – firmata dal Capo dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947 – diventava ufficialmente il testo fondamentale delle istituzioni repubblicane.

Il nostro Paese attraversa una difficile transizione economica, sociale, culturale, ambientale. E soprattutto identitaria nel senso etimologico dell’ethos. Pertanto il 25 aprile 2023 “dovrebbe” celebrare un momento di alto profilo unificante per abbattere le barriere ideologiche e le conflittualità endemiche. Purtroppo il nanismo ipofisario della partitocrazia ed il settarismo venefico dei media scavano trincee belligeranti nelle coscienze psicolabili.

Il processo di evoluzione democratica nel nostro Paese non si è ancora concluso. La rimozione del passato – all’insegna di una presunta riconciliazione nazionale – non è mai stata realizzata “culturalmente” nella memoria collettiva. Il Paese è rimasto diviso e sospeso nel limbo della storia. E’ mancata una vera, “pedagogica” assunzione di responsabilità da parte degli organi preposti (la scuola, le istituzioni, la politica).

L’associazionismo (quello autonomo, equidistante, autogestito dal basso) è oggi qualitativamente e numericamente un soggetto autorevole, integrato nelle dinamiche del Paese, protagonista di una visione riformatrice. L’ACSI ritiene che queste nuove energie possano propiziare finalmente una stagione di cambiamento radicale verso traguardi lungimiranti di transizione democratica, di pacificazione sociale, di riconciliazione nazionale.

Nella ricorrenza del 25 aprile l’ACSI intende rilanciare il progetto unificante dei “padri costituenti”. La Carta Costituzionale deve entrare nelle scuole e nelle università affinchè diventi una bussola per orientare i futuri cittadini sul percorso dell’alfabetizzazione istituzionale.

“La Costituzione è un buon documento. Spetta a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta.” (Sandro Pertini Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985).

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