“Da 60 anni lo sport cresce con noi”

1960 – 2020: l’ACSI celebra il 60° anno all’insegna dello sport etico e sostenibile

Abbiamo tagliato il traguardo storico del nostro sessantesimo anno, memori delle gloriose radici e consapevoli della mission valoriale finalizzata all’alfabetizzazione motoria di intere generazioni. Esprimiamo riconoscenza e gratitudine alla lungimirante intuizione dei padri fondatori.

L’ACSI nasceva il 6 aprile 1960 a Roma sulla scena di un’emergente democrazia consociativa. La carenza di progettualità e di  strategia olistica della classe politica determinava devianze  di contrattazione, di trasformismo, di sottogoverno.

Il miracolo economico era fortemente squilibrato e causava il “dualismo storico” fra il nord ed il sud del nostro Paese. Nel 1960 il ruolo unificante era svolto dallo sport che attraversava una stagione esaltante culminata con le Olimpiadi a Roma i cui  alfieri (Livio Berruti, Nino Benvenuti, Raimondo D’Inzeo, Sante Gaiardoni e tanti altri) amalgamavano tutti gli italiani dal Brennero a Pantelleria.

Il Presidente del CONI Giulio Onesti dichiarava: “Gli Enti di Propaganda (oggi Enti di Promozione Sportiva n.d.r.) si sono inseriti in uno spazio lasciato vuoto dalla scomparsa delle organizzazioni giovanili create dal precedente regime politico.”

Il giornalista Antonio Ghirelli scriveva sul quotidiano Corriere dello Sport: “Lo Stato deve finalmente ammettere il proprio interesse  etico, la propria responsabilità diretta in materia di formazione sportiva, culturale, democratica della gioventù.” 

L’ACSI esordiva in questa straordinaria congiuntura astrale che evidenziava una forte domanda di sport emergente dalle grandi aree della sensibilità sociale.

Abbiamo attraversato la fase dell’avvio negli anni ’60 e ’70 quando l’ACSI legittimava un diritto di cittadinanza nella promozione sportiva di base e nell’associazionismo sociale.

Seguiva la fase dell’identità negli anni ’80 e ’90: l’ACSI radicava nell’immaginario collettivo l’imprinting di una visione antesignana, riformista, mitteleuropea.

La crescita considerevole fra gli anni ’90 ed il primo scorcio del terzo millennio vedeva l’ACSI mediare fra le tradizionali attività e le spinte innovative della globalizzazione.

Ci riteniamo un movimento costantemente “work in progress” con una rete policentrica che realizza su tutto il territorio nazionale processi qualificanti di cittadinanza attiva e di coesione sociale (promozione sportiva,  sostenibilità, glocalizzazione, inclusione, permacultura, ecc.)  per ottimizzare la qualità della vita.

Il disagio della postmodernità ci induce ad orientare sempre più la bussola della nostra linea progettuale verso nuovi paradigmi di umanesimo sportivo al fine di coniugare idealità e pragmatismo che danno stimolo alla sfida per affrontare il futuro.

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