Il 25 aprile per un abbraccio virtuale

25 Apr 2020

La Festa della Liberazione assume quest’anno un ruolo inusitato. Tradizionalmente nell’immaginario collettivo il 25 aprile del 1945 nasceva dalle macerie della guerra e preludeva a due traguardi fondamentali sul percorso della democrazia: il 2 giugno del 1946 (scelta referendaria per la Repubblica) ed il 1° gennaio del 1948 quando la Carta Costituzionale – firmata dal Capo dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947 – diventava ufficialmente il testo fondamentale delle istituzioni repubblicane.

Ma questo 25 aprile 2020 travalica le colorazioni ideologiche e le consuete ritualità. Il tricolore sui balconi non è un rigurgito di sciovinismo. Bensì il collante di un’identità, di una speranza civile, di un afflato unificante per accendere insieme la luce salvifica in fondo al tunnel del lockdown.

Dalle finestre aperte come braccia supplici verso il cielo risuona nell’aria il potente “Nessun dorma” di Luciano Pavarotti cui echeggia il travolgente “Inno alla gioia” di Beethoven. Le campane delle chiese rintoccano “Fratello sole e sorella luna” colonna sonora del film omonimo diretto dal “francescano” Franco Zeffirelli.

Voci, suoni, colori, spiritualità e laicità di una profonda lacerazione sociale che tenta di ricucire il “senso della comunità” e di percepire la “presenza tangibile dello Stato”. L’emergenza coronavirus ricompatta e globalizza la condivisione solidale.

Abbiamo consolidato nella grande famiglia dell’ACSI i valori della partecipazione e della sussidiarietà. Il nostro welfare ha scritto pagine toccanti su tutto il territorio nazionale. Si sono moltiplicate le azioni di sostegno e di inclusione verso le figure più vulnerabili.

“Distanti ma non soli” è il leitmotiv che ha caratterizzato il nostro intervento nelle aree del disagio. La solitudine è ormai una dilagante patologia psicosociale. L’ACSI costruisce ponti di solidarietà affinchè nessuno si senta emarginato.

Nell’emergenza coronavirus abbiamo intensificato l’impegno raccogliendo le testimonianze, le immagini, i video di un generoso volontariato che ha operato come sempre in assoluta gratuità di servizio.

La “distanza sociale” non ci ha impedito di relazionarci comunque con tutti coloro che si identificano nelle nostre etiche. Il senso dell’appartenenza è diventato l’appeal per aggregare nuove adesioni.

La squadra è cresciuta, è un punto forte di riferimento, è un laboratorio progettuale condiviso dal basso. Mentre si allarga la piaga delle RSA (strage degli anziani) l’ACSI offre alle istituzioni ed alle amministrazioni locali un modello inclusivo di eccellenza sociale e di umanesimo solidale.

Antonino Viti
Presidente Nazionale ACSI

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