«La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme»: questo è il comma aggiunto al testo dell’articolo 33 in seguito all’approvazione del provvedimento.
Nel testo originale del 1948 la Costituzione non conteneva riferimenti all’attività sportiva. Con la riforma del Titolo V – operata nel 2001 – lo sport entrava in Costituzione sia pur ai limitati fini del riparto di competenze legislative fra Stato e Regioni: l’articolo 117, comma 3, infatti annovera “l’ordinamento sportivo” fra le materie di competenza concorrente.
Nella scorsa legislatura c’era già stato un tentativo di far approvare la legge costituzionale: fu approvata in prima e seconda lettura al Senato, solo in prima lettura alla Camera dove non concluse il suo iter per lo scioglimento anticipato delle Camere.
Finalmente lo sport viene ufficializzato nella Carta costituzionale. La formula secondo cui è riconosciuto il valore dell’attività sportiva “in tutte le sue forme” appare finalizzata ad esplicitare che la norma abbraccia lo sport nella sua accezione più ampia.
L’ACSI esulta per questo prestigioso traguardo che conferisce un legittimo riconoscimento alla lunga marcia degli Enti di Promozione Sportiva che hanno fiancheggiato la ricostruzione economica e sociale del nostro Paese negli anni difficili del secondo dopoguerra.
In questo scenario gli Enti di Promozione Sportiva hanno rivitalizzato il fertile humus dello sport di base e “sindacalizzato” la mission per tutelare il patrimonio demoetnoantropologico e valoriale delle gloriose associazioni sportive dilettantistiche.
Questa in sintesi l’anabasi storica di straordinarie testimonianze di risorse umane che hanno immolato la propria abnegazione per il benessere psicofisico di intere generazioni. Inoltre hanno svolto anche un ruolo di alto profilo per la coesione sociale degli adulti, per l’imprinting educativo e formativo dei giovani, per l’emancipazione femminile, per l’inclusione delle diversità.
Lo sport ufficializzato nella Carta costituzionale valorizza le società sportive dilettantistiche che sono il trait d’union fra gli Enti di Promozione Sportiva e le grandi aree della sensibilità sociale. Pertanto assume nuovo vigore l’azione sul territorio, soprattutto nelle periferie degradate, per promuovere la pedagogia della legalità, la cultura della convivenza civile, l’integrazione delle figure sociali tradizionalmente emarginate.