Il 24 ottobre 2023 si è svolto, presso la plenaria Marco Biagi del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro, il seminario “Lavoro sportivo e riforma del settore”, promosso da ACSI, AiCS, CSEN e CNS Libertas.
Il convegno, che si inserisce nell’ambito del progetto di formazione “E’ ora”, finanziato da Sport e Salute, è stato condotta dall’avvocato Gabriele Sepio, editorialista del Sole24Ore e punto di riferimento – nonché consulente del Governo – in materia di Terzo Settore.
Sono intervenuti il presidente del CNEL, Renato Brunetta, la direttrice di Sport Impact per Sport e Salute per Sport, Rossana Ciuffetti, e il presidente ACSI, Antonino Viti.
Ad introdurre i lavori, il presidente AiCS, Bruno Molea.
Ad aprire il convegno, l’intervento del prof. Brunetta:
“Il lavoro sportivo è un mondo eterogeneo, che coinvolge un’ampia platea di persone e ha un enorme potenziale in termini di investimenti. È un settore straordinario ma anche misconosciuto, nonostante il suo impatto dal punto di vista economico. Il lavoro sportivo, inoltre, è un mondo ricco di valori e pieno di passioni comunitarie. Noi come CNEL, come casa dei corpi intermedi, vogliamo dare il nostro contributo perché questi valori e queste passioni si indirizzino in percorsi di crescita sociale e civile. Il CNEL, grazie all’accordo interistituzionale con il Ministro dello Sport, contribuirà a monitorare la riforma in atto, valutarne l’efficacia, l’impatto e la sostenibilità, costruendo momenti di convergenza a fronte della molteplicità contrattuale di un comparto così variegato”.
“Il CNEL – ha continuato il presidente del CNEL – ha recentemente siglato un Accordo interistituzionale con il Ministero della Giustizia per promuovere il lavoro, lo studio e la formazione nelle carceri, come veicolo di reinserimento sociale dei detenuti. Mi piacerebbe includere in un questo ambito d’azione anche l’attività sportiva. Le rappresentanze dei corpi intermedi – ha proseguito il Presidente – sono straordinarie quando esprimono i propri interessi ma lo diventano ancora più quando riescono a farsi portavoce anche degli interessi della comunità sociale. In questo caso, l’abbattimento della recidiva va a vantaggio dell’intera collettività. Lo sport può dare quindi un grande contributo sociale”.
“A seguito dell’accordo sottoscritto con il Ministro per lo sport e i giovani lo scorso 31 luglio – ha ricordato Brunetta – l’archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro istituito presso il CNEL ha già fornito le prime evidenze sulla contrattazione collettiva in ambito sportivo e sarà in grado di offrire, anche con riferimento al tema delle nuove professioni dello sport, adeguato supporto tecnico-scientifico nell’ambito dell’’Osservatorio del lavoro sportivo’ di prossima istituzione presso il Dipartimento dello Sport. In questo modo sarà possibile effettuare anche un’analisi puntuale della qualità normativa dei CCNL sportivi esistenti, al fine di pervenire ad una classificazione sistematica degli stessi in grado di assicurare la massima leggibilità e trasparenza anche ai relativi lavoratori del settore, valutando inoltre l’eventuale costituzione di un gruppo di lavoro tecnico con ISTAT, INPS e INL, volto sia a perimetrare con esattezza l’attuale consistenza del lavoro sportivo che i fenomeni di lavoro sommerso esistenti in tale ambito”.
“L’obiettivo comune – ha sottolineato – è quello di effettuare uno studio complessivo sull’impatto della riforma del lavoro sportivo, analizzando ed incrociando i dati resi disponibili nell’Archivio dei contratti del CNEL con quelli dei contratti di lavoro depositati presso il Registro dello Sport, individuando ulteriori azioni amministrative ed eventuali proposte correttive di natura legislativa, atte ad assicurare l’uniforme ed integrale attuazione della riforma ed ovviamente la sua complessiva sostenibilità”.
“Si tratta dunque – ha concluso il presidente del CNEL – di un programma di lavoro molto ambizioso che parte dal riconoscimento del valore sociale ed economico che esprime lo sport nel suo complesso e per il quale, il CNEL, quale casa dei corpi intermedi, ritiene fondamentale e direi insostituibile l’apporto che l’associazionismo sportivo può conferire in termini di esperienze, professionalità e condivisione.”
Di seguito un estratto dell’intervento di Rossana Ciuffetti, direttrice di Sport Impact per Sport e Salute
“Oggi è fondamentale proseguire nello sviluppo dello sport sociale questo è ciò che anche il Ministro Abodi ci chiede. Ringrazio gli Enti Organizzatori per averci portato oggi in questo luogo così significativo per ribadire il percorso sempre più istituzionale anche a seguito dell’introduzione del diritto allo Sport con l’articolo 33. Questo si conferma un momento di grande crescita per il settore, e l’entrata dello sport in Costituzione lo sancisce. Sport e Salute offre la sua collaborazione a sostegno degli organismi sportivi, per la crescita e la valutazione del sistema”.
Le parole del presidente ACSI, Antonino Viti
“Con il mio intervento non voglio dichiararmi contro la riforma dello sport. Voglio però porre la lente sulle modalità di applicazione, in origine descritte come “leggere” ma rivelatesi in realtà molto più stringenti.
Quello che mi preoccupa maggiormente – e approfitto della sede CNEL che ho frequentato molto nella mia vita passata, Renato (Brunetta) si ricorderà di quei tempi quando proprio qui si creavano le fondamenta dei contratti – è che ci troviamo di fronte a un lavoro sportivo senza contratto. Si stanno mettendo in moto meccanismi particolari, specie nei sindacati, quelli veri e quelli fittizi. Miriadi di associazioni sindacali stanno entrando nel mondo dello sport con l’intento di governarlo. Io ribadisco che la tutela è un diritto per tutti i lavoratori.
Voglio dire una banalità: qui c’è un problema. Tutti i lavoratori, dai tecnici ai dirigenti, che ad oggi hanno svolto un certo tipo di ruolo, non avranno la pensione. Non riescono, in questo sistema previdenziale, ad accedere al proprio diritto alla pensione. Quello che successe nel 1995 con la Riforma Dini, quando un meccanismo pensionistico simile venne applicato dal giorno dell’entrata in vigore, salvaguardando quanti fino a quel momento avessero goduto di determinati trattamenti, avrebbe avuto senso anche oggi. Ci sarebbero stati meno problemi e il passaggio sarebbe avvenuto in sicurezza. Poi la decisione sarebbe spettata al singolo lavoratore, se aderire al nuovo meccanismo o meno. Purtroppo non è stato possibile concretizzare questo sistema poiché, come ricordava la dottoressa Ciuffetti, questa riforma si è inserita in un contesto di complessiva fragilità del Paese. Fragilità economica e politica.
Però voglio concludere con una considerazione: i lavoratori sportivi, insieme agli addetti del mondo sanitario, sono gli unici che operano al servizio delle persone. E non delle persone malate, o non solo, ma di quelle sane. Con passione e professionalità. Credo che sia un lavoro di tutto rispetto che necessiti di maggiore riconoscimento e di un tempo più adeguato per determinare alcuni aspetti normativi. Nell’ambito burocratico-amministrativo, va detto, il Registro sta dando una grande mano alle associazioni. Il resto ce lo dirà la storia dei prossimi mesi”.
A concludere i saluti introduttivi, l’avvocato Sepio:
“Oggi siamo qui al Cnel, con quattro enti riuniti, segno della grande consapevolezza che gli enti di promozione sportiva stanno assumendo rispetto al grande ruolo che hanno in termini di sussidiarietà rispettando il percorso di regole e il principio di trasparenza”.