“Non è solo un gioco”. Nuova discriminazione nello sport
DPCM del 2 marzo 2021
Art. 41 (testo)
1.Tutte le attività previste dall’articolo 17, commi 2 e 3, anche se svolte nei centri sportivi
all’aperto, sono sospese. Sono altresì sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati
dagli enti di promozione sportiva.
La sospensione degli eventi e competizioni è quella prevista nell’art. 17. Quindi quanto
scritto nell’art. 18 relativamente agli allenamenti ed alle competizioni di preminente
interesse nazionale resta invariato.
Siamo di fronte ad una nuova discriminazione, al perdurare della violazione dei diritti!
L’emergenza sanitaria cambia regole a seconda che sia un EPS ad organizzare eventi
nazionali o un altro Organismo Sportivo. Durante la pandemia abbiamo più volte assistito
a cambiamenti di rotta, a disparità di trattamento. Ora basta!
Come può un Ufficio dello Sport privo della referente autorità politica cambiare una FAQ
nel giro di poche ore?
Come si fa a non comprendere che gli atleti hanno spesso il doppio tesseramento e per
questo subiscono danni rilevanti in funzione dell’attività completiva a cui devono fare
riferimento?
Lo sport non è solo un gioco, è una attività di rilevanza agonistica ed economica perciò
quanto previsto nell’art. 18 del nuovo DPCM tiene conto con responsabilità di questo
aspetto anche in relazione alla pandemia ed alla diffusione dei contagi.
Occorre fare subito chiarezza e restituire i diritti agli atleti, a tutti gli atleti, che si allenano
sotto ogni “gonfalone”.
L’ ACSI sostiene che bisogna subito cambiare passo:. sostegno vero alle ASD e agli operatori. Anticipare la riapertura delle palestre come i teatri e i cinema. Le palestre e le piscine non sono luoghi di divertimento ma anche presidi di cura e di salute.
Se non si fa in fretta…siamo all’ultimo Chilometro.