Ravenna-Roma, in bici con Anita Garibaldi

IN BICI CON ANITA, PROPOSTA PER UN VIAGGIO…

E da dove, se non dalla Romagna, poteva partire una iniziativa come questa?

Un viaggio in modo “lento”, in bici, attraverso i luoghi attraversati da Anita e Garibaldi nel loro tentativo di portare aiuto e solidarietà ai visionari insorti italiani, un viaggio per regalare al Gianicolo e ad una scolaresca che se ne prenderà cura, una rosa ibridata e dedicata ad Anita. Questo semplice gesto del pedalare e portare un fiore è solo un simbolo con la speranza che nel crescere e curarlo i ragazzi possano capire altro e ponendo l’attenzione alla
figura di Anita come donna.

Un viaggio che parte dalla stessa terra romagnola martoriata un anno fa da due alluvioni in rapida sequenza
che ha visto la alacre e generosa solidarietà degli “angeli del fango”; certo con toni e tonalità minori questo
viaggio mette un ponte ideale tra eroi del risorgimento ed eroi moderni, sempre al centro gli ideali e la
generosità senza secondi fini: la memoria del passato per ben vivere il presente.

Un viaggio “senza fretta” che porta il ciclista a stare più con il naso all’insù ad ammirare le bellezze naturali e
storiche della nostra Italia; perché come già diceva un certo Alfredo Martini andare in bicicletta è un ottimo
esercizio per la nostra mente, aiuta a riflettere e a prendere anche decisioni importanti.

La traccia del viaggio costruita dagli amici della FIAB e i luoghi toccati saranno in seguito raccolti da ACSI
Ciclismo Ravenna in una iniziativa simile o randonèe permanente: chiunque potrà organizzare il suo giro in
bici con i propri tempi e raccontare la sua avventura inviando alla conclusione le foto che testimoniano la
sua impresa e ACSI Ciclismo Ravenna premierà a fine stagione chi l’ha fatto.

Modalità e altro saranno pubblicate entro giugno sulla pagina Facebook di Acsi Ciclismo Ravenna e sempre qui ci sarà una diretta giornaliera che vuole raccontare col sorriso il viaggio di questa piccola banda.
Per cui seguiteci e sorridete con noi.

Le tappe del viaggio sulle orme di Anita

Giovedì 16 maggio alle ore 15.30 al Cippo di Anita a Mandriole presentazione del progetto con la partecipazione delle autorità pubbliche e gli organizzatori.

Venerdì 17 maggio, prima tappa da Ravenna (Monumento ad Anita in viale Farini) a Palazzolo sul Senio con sosta al Monumento a don Giovanni Verità a Modigliana.

Sabato 18 maggio, seconda tappa da Palazzolo sul Senio a Prato.

Domenica 19 maggio, terza tattpa da Prato a Volterra, dedicata a Gino Bartali, “Giusto tra le Nazioni”.

Lunedì 20 maggio, quarta tappa da Volterra a Follonica.

Martedì 21 maggioo, quinta tatta da Follonica a Orbetello con sosta al Monumento a Garibaldi a Cala Martina.

Mercoledì 22 maggio, sesta tappa da Orbetello a Santa Marinella.

Giovedì 23 maggio, settima tappa da Santa Marinella a Roma.

Venerdì 24 maggio, Cerimonia al Gianicolo della posa della Rosa alla presenza delle autorità cittadine, delle scuole e degli alunni che si prenderanno cura della rosa.

Tutti i dettagli del viaggio saranno in seguito messi sulla pagina Facebook di Acsiciclismo Ravenna, che promuoverà il tour in maniera permanente.


Sorge inevitabile la domanda: perché prendersi il disturbo di portare una rosa, peraltro costruita
appositamente alla sua memoria, dalla Romagna a Roma.

Per svariati motivi che proviamo ad elencare senza un ordine preciso inseguendo i pensieri che passano
nella mente leggendo la biografia di Anita e focalizzandoli nell’attualità.

Anita ha una vita breve ma intensa come del resto molte altre figure di riferimento del Risorgimento; a
questa caratteristica somma l’essere una donna di un paese del cosiddetto Sud del Mondo, l’Argentina, che
oggi risuona più di un avvertimento a tutta quella letteratura che considera gli abitanti non occidentali su
un gradino inferiore.

Ma, fattore ancor più eclatante, Anita ha una vita molto al di fuori degli schemi precostituiti dell’epoca sulle
donne. Nel 2024 parliamo ancora di stigmatizzazione della figura femminile in campi ove il maschio è di
gran lunga preferito al “gentil sesso”: Anita nasce guerrigliera prima di idee e poi de facto quando conosce
il Generale e non esita ad uscire dagli schemi della sua famiglia in cui avevano tentato di incastonarla con
un matrimonio precoce; lei abbandona tutto per seguire la passione sia dei sentimenti che degli ideali di
libertà a cui era stata iniziata dalla natura della sua terra e dall’educazione politica dello zio nel Brasile
Imperiale di inizio 800.

Anita precursora del moderno femminismo? Difficile la risposta perché il suo peregrinare a fianco del
Garibaldi d’arme non inficia la scelta della maternità: morirà nella Trafila romagnola incinta del quinto
figlio, quasi a voler certificare che quello che la natura costruisce, e lei lo sa bene, l’uomo o la donna non
sono autorizzati a distruggere. L’amore per la natura e i cavalli sta all’amore di madre ma senza ripudiare
idee politiche e conseguenti scelte di vita. Certo un mondo veramente lontano dal nostro modo attuale di
pensare, si potrebbe dire……un bene o un male? Lasciamo alla risposta personale.

Riprendiamo i concetti espressi sopra: Anita è una donna, addirittura una donna del Sud, del terzo mondo,
eppure:

  • vive come un occidentale, come un uomo del risorgimento
  • ama la natura e il senso di libertà che si prova nel cavalcare liberamente nella sua forza primitiva in
    Argentina
  • è una infermiera ma anche un soldato ma anche una madre

Merita di non cadere nell’oblio e di essere ricordata da tutte le nuove generazioni.

 

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