Questi sono anni di cambiamento per il mondo dell’associazionismo. Dalla riforma del Terzo Settore, con l’emanazione del nuovo codice nel 2017, al processo di riforma del mondo sportivo, le cui novità entreranno a breve in vigore, assistiamo ad un mutamento trasversale dello scenario che riguarda il non profit e che coinvolge migliaia di realtà impegnate in azioni che costituiscono il cuore del welfare del nostro paese.
Gli enti non profit si trovano dunque ad affrontare un’ardua sfida, essendo chiamati a rispettare nuovi standard digitali e diversi oneri dal punto di vista amministrativo e fiscale. A cambiare, infatti, non saranno soltanto gli aspetti sostanziali, la normativa, ma anche quelli procedurali.
Al fine di fare ulteriore chiarezza, la Direzione Nazionale dell’ACSI ha promosso il convegno “Sport e Terzo Settore: riforme a confronto”. L’evento di rilevante interesse si è svolto lo scorso 28 aprile a Roma presso l’Hotel Crowne Plaza S. Peter’s.
Ha introdotto i lavori Antonino Viti Presidente Nazionale dell’ACSI. Sono intervenuti, Luca Pancalli Presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), Gabriele Sepio Avvocato Segretario Generale Fondazione Terzjus, Andrea Mancino Coordinatore Commissione Fiscale del CONI, Serenella Pascali Responsabile Attività Ufficio Regionale RUNTS Puglia, Donatella Minelli Scuola dello Sport di “Sport e Salute”, Patrizia Sannino dirigente ACSI e membro di Giunta CIP. Ha moderato gli interventi Maria Carla De Cesari Caporedattore di “Norme e Tributi” del Sole 24 Ore.
Dopo un breve preambolo di Maria Carla De Cesari – che ha sottolineato l’importanza di un confronto fra relatori di alto profilo professionale – è intervenuto il Presidente Nazionale ACSI Antonino Viti che ha sottolineato il percorso binario dello sport e del terzo settore alla luce dei rispettivi progetti di riforma. Sono due mondi compatibili che movimentano una considerevole economia sociale con risvolti etici e culturali di grande spessore. Occorre aprire un dialogo permanente fra le due realtà superando problemi di connessione e di sovrapposizione. Il fenomeno delle società sportive dilettantistiche – che diventano anche associazioni di promozione sociale – è ormai diffuso e consolidato. Ecco perchè è necessario uniformare i linguaggi burocratici dei processi di riforma al fine di attuare una proficua sinergia nella cornice del nuovo welfare.
Luca Pancalli Presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) ha evidenziato la frammentazione della riforma dello sport che deve essere meditata e calibrata in sintonia con la forte domanda di attività motoria emersa esponenzialmente dalle grandi aree della sensibilità sociale. Oggi lo sport è prevenzione salutista, cultura, sostenibilità, inclusione. Pertanto deve essere approfondito ed integrato il rapporto fra lo sport ed il terzo settore. In questa direzione si è orientata la vocazione pionieristica del Comitato Italiano Paralimpico che ha coniugato – fin dagli esordi – l’attività sportiva con quella solidaristica. I risultati conseguiti hanno confermato prestigiosi traguardi di welfare sportivo e di promozione umana. Occorre semplificare le procedure ed intensificare il dialogo con il terzo settore.
Gabriele Sepio Avvocato Segretario Generale Fondazione Terzjus ha evidenziato il ruolo strategico degli Enti di Promozione Sportiva che costituiscono un ponte permanente di confronto e di cooperazione verso il forum nazionale del terzo settore. Si congratula con la qualificata progettualità dell’ACSI che è stata un’avanguardia sportiva, culturale e sociale. Le riforme del terzo settore e dello sport nascono quasi per germinazione spontanea in quanto intercettano le percezioni dell’immaginario collettivo. La politica ascolta, interpreta e rappresenta – talvolta con imperdonabile ritardo – i processi evolutivi che nascono dal basso.
Andrea Mancino Coordinatore Commissione Fiscale del CONI ribadisce l’importanza della semplificazione per le società sportive che si iscrivono a più registri (Sportivo e del Terzo Settore). Con la riforma dello sport si è avviato un dialogo costruttivo con il terzo settore. Le norme devono essere adeguate ai cambiamenti in atto nella società. Le società sportive dilettantistiche hanno precorso i tempi con una polivalenza che ha sempre spaziato dallo sport alla cultura, dalle politiche sociali alla tutela dell’ambiente. Il riconoscimento del lavoro sportivo avvia la riqualificazione degli operatori di base.
Serenella Pascali Responsabile Attività Ufficio Regionale RUNTS Puglia plaude alle capacità organizzative e progettuali degli Enti di Promozione Sportiva. In particolare è cresciuta la collaborazione fra la Regione Puglia e l’ACSI che interpreta lo sport come strumento di emancipazione sociale e culturale.
Donatella Minelli della Scuola dello Sport di “Sport e Salute” sottolinea l’esigenza di nuove competenze e di nuove professionalità. “Sport e Salute” ha valorizzato lo sport di base svolgendo un ruolo di mediazione con le istituzioni. Le relazioni con gli organismi sportivi sviluppano fasi di coprogettazione e coprogrammazione.
Patrizia Sannino Responsabile Ufficio Progetti ACSI evidenzia il percorso progettuale che consente una proficua reciprocità con i referenti territoriali. Le buone prassi sono validate da una consolidata capacità di elaborazione, da una cultura della responsabilità e da un efficace lavoro in rete. L’intervento sul territorio è sempre sussidiato dal volano centrale che si ispira ad una linea di coerenza, di continuità, di equilibrio fra idealità e pragmatismo.
Antonino Viti Presidente Nazionale ACSI ha ringraziato i relatori per lo spessore degli interventi auspicando una sensibile e solerte attenzione del Governo sui temi del convegno.
Maria Carla De Cesari Caporedattore di “Norme e Tributi” del Sole 24 Ore ha concluso i lavori.