Una Pasqua serena, in un Paese sereno

12 Apr 2020

Oltre ad essere la più grande solennità per tutti i cristiani, centro dell’intero anno liturgico, la Pasqua è anche il culmine della Settimana Santa e l’avvio di un tempo nuovo che si conclude dopo 50 giorni con la Pentecoste. Ognuno vive intimamente il significato profondo della resurrezione ed il processo di evoluzione spirituale.

Ma dobbiamo trasferire anche nel sociale la spinta al cambiamento del modello di sviluppo e della qualità della vita. Il disagio, la precarizzazione, le disuguaglianze determinano una crescente disaffezione verso le istituzioni. Il coronavirus ha
moltiplicato i problemi con una devastante crisi sanitaria ed economica. Disservizi e ritardi causano un’inquietudine strisciante. Medici ed infermieri combattono inermi in prima linea con ammirevole abnegazione. La lentocrazia delle istituzioni manda al fronte truppe inadeguate votate al sacrificio estremo. Numerosi operatori sanitari sono caduti eroicamente a causa di un “kit salvavita” che giungerà (forse) dopo la pandemia. La politica salverà, come sempre, la faccia conferendo alle madri ed alle vedove la medaglia al valore civile. Non si stupisca l’anchorman saccente dei salotti televisivi se continuerà a crescere l’astensionismo in un Paese esausto, demotivato, stressato.

Ma noi non molliamo. Siamo sportivi, olimpici, tetragoni. Nell’anno del nostro sessantesimo genetliaco siamo chiamati ad onorare il testimone etico che ci è stato tramandato dai padri fondatori. Pertanto celebriamo le festività pasquali con serena e consapevole determinazione. Siamo protagonisti nella promozione sportiva e nell’associazionismo sociale. Abbiamo un patrimonio di valori e di risorse umane che ci consente di svolgere un ruolo educativo e formativo per i giovani. Il coronavirus distrugge le relazioni sociali. L’ACSI collauda – in controtendenza – la tenuta della rete territoriale con la forza centripeta delle sue peculiarità storiche: l’orgoglio delle radici, la coesione dell’identità, il senso dell’appartenenza.

Nel corso di sessant’anni abbiamo costruito percorsi di benessere psicofisico e di migliore qualità della vita per tutti tutelando le figure sociali più vulnerabili. Al centro della nostra mission una costante azione di monitoraggio e di sostegno verso le società sportive dilettantistiche che sono i nostri avamposti sensoriali sul territorio.

In questo momento drammatico del nostro Paese – flagellato dal covid 19 che causa sospetti e separatezze – lanciamo il messaggio unificante della grande famiglia ACSI che rinnova, con gli auguri di Pasqua, le valenze umane e sociali di un presidio democratico irrinunciabile: la comunità.

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